Questo spazio, riservato all'amministratore, è stato creato per inserire e tutte le applicazioni precedenti -utilizzati anche per provare codici di programma- che potrebbero risultare utili per altre applicazioni
Antonino TESTA CAMILLO
2 Sollecitazioni trasversali
3 Ripartizione delle sollecitazioni verticali
4 Capacita’ portante (teorie classiche)
5 Terreni stratificati dotati di attrito e coesione
6 Efficienza dei pali in gruppo
7 Attrito negativo
8 Verifiche
9 Schema di calcolo
1.0 PREMESSA ↑
Quanto esposto in quest’ambito è riferito al software finalizzato al dimensionamento di fondazioni indirette in cemento armato di organismi strutturali in elevazione (edifici, muri di sostegno, pile da ponti ecc.). L’utilizzo del programma di calcolo deve essere basato su dettagliato studio geologico e sulle relative indagini e prove di laboratorio in ottemperanza alla normativa sismica e a quella relativa al cemento armato e alle indagini sui terreni e sulle rocce.
In questo ambito, ai fini della classificare i sedimenti è necessario investigare il sottosuolo con l’esecuzione di sondaggi meccanici, a carotaggio continuo, con l’effettuazione di prelievi di campioni di terreno da cui ricavare i provini, da sottoporre ad analisi atte a determinare le proprietà meccaniche delle singole unità rilevate che costituiscono la stratigrafia dell’ammasso terroso che Interferirà con la palificata.
Dette analisi si devono condurre in aderenza al D.M. infrastrutture del 14/01/08 "Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC)" suppl. 30 G.U. 29 del 4/02/2008 e successiva Circolare Esplicativa 617/2009 del Cons.Sup. LL.PP , in cui è previsto che la sicurezza e le prestazioni di una struttura o di una parte di essa, vanno valutate in relazione all’insieme degli stati limite che verosimilmente possono verificarsi durante la sua vita utile di progetto.
Nello specifico devono essere soddisfatti i requisiti di sicurezza nei confronti degli stati limite ultimi
SLU- (crolli, perdite di equilibrio e dissesti gravi, totali o parziali, che possano compromettere l’incolumità delle persone ovvero comportare la perdita di beni, ovvero provocare gravi danni ambientali e sociali,ovvero mettere fuori servizio l’opera) e nei confronti di stati limite dei esercizio
SLE- (devono essere garantite le prestazioni previste per le condizioni di esercizio e la robustezza nei confronti di azioni accidentali: capacità di evitare danni sproporzionati rispetto all’entità delle cause innescanti quali incendio, esplosioni, urti o conseguenze di errori umani).
Per lo studio in argomento, in particolare, si fa riferimento a quanto previsto al cap. 6 di dette norme in merito alla “PROGETTAZIONE GEOTECNICA”.
2.0 FONDAZIONI PROFONDE -CONSIDERAZIONI GENERALI ↑
Quando gli strati superficiali di un ammasso terroso, per loro natura, non risultano idonei a sopportare le azioni derivanti da strutture in elevazione e non è possibile operare, per la specificità dell’intervento, il cambiamento del sito, è necessario utilizzare le fondazione profonde.In sostanza la mancata possibilità di poter, con l’utilizzo di fondazioni dirette, far mobilitare una resistenza del terreno tale da sostenere i carichi trasmessi, induce ad impiegare questo tipo di organismo strutturale costituiti da un insieme di pali solidarizzati trasversalmente in testa.
Ciò serve a conferire ai sedimi una capacità portante atta a salvaguardare le opere in progetto attribuendo alle stesse, in relazione alle sollecitazioni che devono contrastare, condizioni tali da soddisfare il livello di sicurezza imposto dalla normativa ai fini del mantenimento delle condizioni di staticità e stabilità globale dei manufatti in elevazione. Detto tipo di fondazione viene impiegato altresì per limitare i cedimenti (assoluti e differenziati) che si verificherebbero in caso di impiego di fondazioni superficiali o per isolare sedimenti che potrebbero essere interessati, nel tempo, da modificazioni delle loro strutture fisica consistenti a fenomeni connessi all’erosione , alla filtrazione, al dilavamento, al flusso idrico, ecc. 2.1 Tipologie di pali ↑
Per soddisfare queste esigenze normalmente si utilizzano i pali che in relazione alle modalità di realizzazione, generalmente, si distinguono in pali trivellati con asportazione di terreno e pali infissi senza asportazione di terreno.
Nel primo ambito (pali trivellati)[1] si utilizzano pali in calcestruzzo semplice o armato gettati in opera nei fori di sondaggio. L’armatura solitamente è costituita da una gabbia metallica formata da ferri longitudinali solidarizzati da una staffatura circolare o a spirale capace di resistere agli sforzi di scorrimento derivanti da sollecitazioni di tipo tagliante.
Nel secondo caso (pali infissi ) non viene operata nessuna estrazione di terreno e i manufatti si realizzano per infissione diretta con l’impiego di battitura o l’esercizio di pressione statica di vibrazioni esplicitata alla punta. Con questa modalità esecutiva si mettono in opera le seguenti tipologie di pali.
I pali in legno, ricavati generalmente da tronchi di albero di larice rosso, di pino, di quercia, di olmo e di ontano, si realizzano nel diametro di 10 20 cm. Questi, normalmente,sono muniti di una puntazza in ghisa o in acciaio e di una ghiera di acciaio alla testa. il primo accorgimento serve a facilitare l’infissione mentre il secondo serve a garantire l’integrità dell’elemento salvaguardandolo dai colpi di maglio applicati durante l’infissione.
I pali metallici, largamente utilizzati nel Nordamerica, sono realizzati con tubolari o profilati ad H con o senza punta. Per ovviare ai problemi connessi al deterioramento per corrosione generalmente si possono attuare i seguenti accorgimenti comprendenti:
l’impiego di leghe in acciaio al rame ;
- l’impiego di spessori delle sezioni resistenti maggiori rispetto a quelli minime ricavati dai calcoli;
- specialmente nei tratti immersi in acqua, è necessario fare ricorso ad un idoneo ricoprimento dei profilati con malta cementizia;
Spesso i pali realizzati con tubolari in acciaio (micropali), dopo la relativa infissione, vengono riempiti con calcestruzzo.
- Pali in calcestruzzo, Appartengono a questa categoria i pali che si realizzano con l’utilizzo di una cassaforma metallica (tubo-forma) da infiggere nel terreno con la battitura dell’elemento. Una volta raggiunta la profondità di progetto, senza asportazione di materiale, e posta in opera la gabbia metallica, viene effettuato il getto di calcestruzzo. Successivamente, se il tipo di cassaforma non è a perdere, si opera l’estrazione del tubo-forma che può essere impiegato per la realizzazione di altri pali.
- I pali in calcestruzzo prefabbricati , sono stati concepiti in sostituzione di quelli in legno, vengono normalmente realizzati con sezione piena[2] o con sezione circolare cava, ottenuta con il sistema della centrifugazione, sono dotati di una idonea armatura capace di resistere agli sforzi connessi alla movimentazione, al trasporto, alla battitura e al carico statico che devono sopportare in esercizio. Possono essere dotati , come i pali in legno, di una puntazza in acciaio atta a facilitare l’avanzamento.
2.2 Indagini geognostiche ↑
La realizzazione di questo tipo di fondazione deve essere supportata da mirate indagini geognostiche basate su perforazioni dirette, con l’asportazione delle carote dalle verticali indagate e il prelievo di campioni dai quali estrarre i provini sui quali effettuare le analisi di laboratorio. Vengono soddisfatte, così, le esigenze connesse alle metodologie di calcolo che devono essere, imprescindibilmente, fondate sulla conoscenza della stratigrafia e dei parametri geotecnici caratterizzanti le varie unità rilevate.
La normativa[3] definisce l’azione sismica di progetto facendo riferimento all’effetto della risposta sismica locale mediante specifiche analisi [4] in questi ambiti, sulla base di …. un quadro geologico adeguatamente definito, che comprenda i principali caratteri tettonici e litoligici,…. vengono valutati gli effetti che influenzano la propagazione delle onde sismiche, quali le condizioni stratigrafiche e la presenza di un substrato rigido o di una formazione ad esso assimilabile. Vengono, ai fini della classificazione del sottosuolo (A,B,C,D,E,S1,S2) affrontate le argomentazioni riguardanti:
- la caratterizzazione fisico-meccanica dei terreni;
- la scelta dei più appropriati mezzi e procedure d’indagine;
- l’esecuzione di prove cicliche e dinamiche di laboratorio e, quando sia tecnicamente possibile, il prelievo di campioni indisturbati;
- la valutazione e la dipendenza della rigidezza e dello smorzamento dal livello deformativo in relazione alla eventuale riduzione di resistenza al taglio indotta per degradazione dei terreni dovuta anche all’eventuale accumulo di pressioni interstiziali.
In questo modo è possibile definire la risposta sismica locale facendo riferimento all’ influenza del profilo stratigrafico, all’ amplificazione topografica e alla stabilità nei confronti della liquefazione. In assenza di tali analisi, per la definizione dell’azione sismica si può fare riferimento a un approccio semplificato (Tab. 3.2.II e 3.2.III), che si basa sull’ individuazione delle categorie di sottosuolo di riferimento definite dalle norme (A,B,C,D,E,S1,S2) attraverso la determinazione della velocità equivalente delle onde di taglio Vs,30 oppure in alternativa della resistenza penetrometrica dinamica equivalente NSPT,30 oppure ancora della resistenza non drenata equivalente cu,30 . In questo contesto è opportuno evidenziare altresì quanto raccomandato delle NTC ai paragrafi 6.2.2 e 6.4.3
in riferimento § 6.2.2
- la programmazione delle indagini deve essere effettuata in funzione del tipo di opera da realizzare con la definizione, in fase progettuale, del piano delle indagini e della caratterizzazione geotecnica con la relativa modellazione;
- la determinazione delle grandezze fisiche e meccaniche da attribuire ai terreni, deve essere effettuata, con specifiche prove di laboratorio su campioni indisturbati; in riferimento al valore dello stato limite considerato, ciò è necessario ai fini della determinazione del valore caratteristico dei parametri geotecnici;
- la definizione del modello geotecnico rappresentativo delle condizioni stratigrafiche, del regime delle pressioni interstiziali e della caratterizzazione fisico-meccanica dei terreni e delle rocce:
in riferimento al paragrafo 6.4.3
- il progetto di una fondazione su pali deve comprendere la scelta del tipo di palo e delle relative tecnologie e modalità di esecuzione, il dimensionamento dei pali e delle relative strutture di collegamento, tenendo conto degli effetti di gruppo tanto nelle verifiche SLU (stati limite ultimo) quanto nelle verifiche SLE (stati limite di esercizio);
- le indagini geotecniche devono essere dirette anche ad accertare la fattibilità e l’idoneità del tipo di palo in relazione alle caratteristiche dei terreni e delle acque presenti nel sottosuolo;
- in generale, le verifiche dovrebbero essere condotte a partire dai risultati di analisi di interazione tra il terreno e la fondazione costituita dai pali e dalla struttura di collegamento (fondazione mista a platea su pali); in questo modo si potrebbe determinare l’aliquota dell’azione di progetto che viene trasferita al terreno direttamente dalla struttura di collegamento e di quella trasmessa dai pali;
- nel caso in cui non risulta possibile valutare l’interazione di cui al punto precedente, le verifiche agli SLU e agli SLE, condotte con riferimento ai soli pali, devono soddisfare le indicazioni riportato ai §§ 6.4.3.1 NTC e 6.4.3.2. NTC , viceversa (nei casi in cui si consideri significativa tale interazione e si svolga la relativa analisi) dette verifiche (condotte con riferimento alla fondazione mista) dovranno soddisfare quanto riportato ai §§ 6.4.3.3 NTC e 6.4.3.4. NTC.
2.3 Fondazioni miste ↑
Nel caso in cui, dalla modellazione geologica del sito, scaturisce la necessità di utilizzare un sistema strutturale che, ai fini della determinazione della resistenza di progetto Rd, contempli l’utilizzo di fondazioni miste -platea e pali-, la verifica deve essere condotta con l’approccio 2 del § 6.4.2.1 prendendo in considerazione tutti i meccanismi di stato limite ultimo: sia a breve che a lungo termine. Gli stati limite ultimi delle fondazioni miste si riferiscono allo sviluppo di meccanismi di collasso determinati dalla mobilitazione della resistenza del terreno e al raggiungimento della resistenza degli elementi strutturali che compongono la fondazione stessa. Nel caso di fondazioni posizionate su o in prossimità di pendii naturali o artificiali deve essere effettuata la verifica con riferimento alle condizioni di stabilità globale del pendio includendo nelle verifiche le azioni trasmesse dalle fondazioni. Le verifiche delle fondazioni miste devono essere effettuate con riferimento almeno ai seguenti stati limite, quando pertinenti:
-SLU di tipo geotecnico (GEO) -collasso per carico limite della fondazione mista nei riguardi dei carichi assiali, nei riguardi dei carichi trasversali e della stabilità globale;
-SLU di tipo strutturale (STR) -raggiungimento della resistenza dei pali e della resistenza della struttura di collegamento dei pali,
Le Verifiche agli stati limite di esercizio (SLE) delle fondazioni miste devono garantire la compatibilità dei valori degli spostamenti e delle distorsioni con i requisiti prestazionali della struttura in elevazione (§§ 2.2.2 e 2.6.2), nel rispetto della condizione (6.2.7).
La geometria della fondazione (numero, lunghezza, diametro e interasse dei pali) deve essere stabilita nel rispetto dei summenzionati requisiti prestazionali, tenendo opportunamente conto dei diversi meccanismi di mobilitazione della resistenza laterale rispetto alla resistenza alla base, soprattutto in presenza di pali di grande diametro.
2.4 Teorie classiche ↑
Ai fini della definizione dello schema di calcolo è bene comprendere come il carico trasmesso dalle strutture in elevazione si trasferisce al sedime di fondazione. In relazione alle sollecitazioni agenti sui pali, il terreno circostante viene assoggettato ad uno stato deformativo che produce delle reazioni che si esplicitano lateralmente e alla base dei vari elementi che costituiscono la palificata. In questo modo si esplicitano meccanismi di resistenza diversi a seconda della presenza o meno di strati consistenti idonei ad attestare i pali. Logicamente nel primo caso il maggiore contributo alla resistenza viene esplicitato lateralmente mentre nel secondo caso il maggiore impatto viene sopportato nella zona a contatto fra la punta e lo strato consistente. Da tali considerazioni sono scaturite le teorie classiche connesse con il calcolo della capacità portante che, in relazione al singolo elemento, risulta costituita dalle due aliquote definite come portata laterale e portata alla punta.
Sulla base di tali considerazioni, attingendo a quanto prodotta e riscontrabile nella letteratura in materia, nelle pagine che seguono vengono esposte le argomentazioni riguardanti:
- la ripartizione delle azioni trasversali sui vari pali; allo scopo si opera in modo analogo agli schemi di calcolo utilizzati per ripartire una forza orizzontale complanare al piano di imposta di un solaio ai pilastri sottostanti che lo sostengono;
- la ripartizione delle sollecitazioni verticali sulla palificata, derivanti dai carichi agenti sulle strutture di collegamento alla testa dei pali seguendo lo schema che prevede il calcolo del baricentro delle rigidezze G, (inteso come quel punto in cui la risultante del forze verticale, ivi applicata, produce solamente spostamenti nella direzione della sua retta d’azione) e il punto R (concepito come quel punto relativamente al quale si ha l’equilibrio fra le sollecitazioni agenti -forze e momenti- con la risultante delle forze verticali applicata in detto punto);
- il calcolo della capacità portante (intesa come resistenza ultima fornita dal terreno, depurata dagli effetti connessi al peso del palo e a quelli dell’attrito negativo) facendo riferimento alle due aliquote dipendenti dalle potenziali interazioni che si esplicitano lateralmente e alla base del palo; tutto ciò in relazione al tipo di sedimento che circonda gli elementi (terreni incoerenti o coerenti) e alle modalità di trasferimento del carico (presenza o assenza di strato consistente);
- la valutazione dell’interazione fra i vari elementi che si concretizza con la stima dell’efficienza dei pali in gruppo; nella sostanza, si tratta di valutare, in relazione alla disposizione dei vari elementi, quanto può esplicitare, globalmente, tale meccanismo resistivo nei riguardi della connessa capacità portante; tale ulteriore valutazione trova fondamento su analisi sperimentali in base alle quali, empiricamente, si è potuto appurare che la capacità portante, ipoteticamente data dalla sommatoria delle capacità portante dei singoli pali, potrebbe risultare inferiore a quella effettivamente esplicitata, complessivamente, dalla palificata;
- la verifica di eventuali cause innescanti il fenomeno dell’attrito negativo e la valutazione della relativa entità; questa verrà considerata, come effetto sfavorevole, nel calcolo della capacità portante.
A completamento delle argomentazioni esposte, riesaminando dette classiche procedure di calcolo, vengono effettuate le verifiche di resistenza, adeguandole alle teorie basate sul concetto di sicurezza, insito nelle analisi agli stati lime, introdotto dalle norme tecniche per le costruzioni del 2008.
In questo ambito è previsto che le verifiche siano effettuate con riferimento agli stati limite ultimi (SLU) che a quelle di esercizio (SLE). Nel primo caso, non essendo espressamente previsto lo stato limite di equilibrio come corpo rigido EQU, si distinguono lo stato limite di resistenza della struttura STR e di resistenza del terreno GEO . In riferimento a quest’ultimo stato limite (GEO) si considera il collasso della palificata nei riguardi dei carichi assiali, dei carichi trasversali, di quelli di sfilamento e di stabilità globale. Nel secondo tipo di verifica devono essere presi in considerazione almeno i seguenti stati limite di servizio, quando pertinenti, questi riguardano gli eccessivi cedimenti o sollevamenti e gli eccessivi spostamenti trasversali.
[1] Questa tipologia di pali viene attuata, impiegando speciali trivelle o sonde a percussione, con la perforazione e l’esportazione di terreno equivalente al volume dell’elemento che si intende realizzare
[2] in genere vengono realizzati nella forma quadrata, esagonale e ottagonale
[3] Riferimento alle norme tecniche per le costruzioni DM 14.01.2008 (NTC) § 3.2.2 - § 7.11.2 - § 7.11.3 - § 6.2.2 - § 6.4.3
[4] Rif. § 7.11.2. CARATTERIZZAZIONE GEOTECNICA AI FINI SISMICI e rif. § 7.11.3 RISPOSTA SISMICA E STABILITÀ DEL SITO